© Nene Bozzini
La voglia di osare
Luca Baggi, Vicepresidente Associazione Parc Adula
Sono oramai trascorsi quindici anni dall’apertura del dibattito sulla possibilità di creare un parco nazionale di nuova generazione attorno al massiccio dell’Adula. Dopo la conferma circa l’esistenza delle premesse d’ordine paesaggistico, naturalistico e territoriale fornita dallo studio di fattibilità le regioni interessate avevano promosso un comune progetto di sviluppo sostenibile mirante alla creazione di un parco nazionale e raccolto attorno alle sue conclusioni la corale adesione di tutti i Comuni interessati. Il riconoscimento della candidatura da parte della Confederazione ha introdotto quattro anni di intenso lavoro i frutti del quale sono attualmente in consultazione.
Sin dall’inizio il parco è stato concepito quale strumento per una migliore interpretazione delle esigenze di un ampio territorio periferico segnato da divisioni linguistiche, storiche, culturali ed istituzionali nel dichiarato intento di arginarne la progressiva esclusione dalle dinamiche di sviluppo in atto. Il progetto ha così fissato la propria attenzione sulle attività tradizionali esercitate dalla popolazione, quelle stesse che nel corso dei secoli hanno permesso di plasmare e mantenere un paesaggio dagli alti contenuti paesaggistici e naturalistici.
Crediamo di aver risposto con i fatti alle preoccupazioni manifestate da chi continua a vivere nelle nostre valli e le approfondite concertazioni condotte con i principali attori lo stanno a dimostrare. Abbiamo cercato nuove forme di approccio alle tematiche settoriali sostenendo – e promuovendo dove possibile – una moltitudine di progetti locali.
Gli studi scientifici condotti da anni sulle ricadute del Parco Nazionale Svizzero dell’Engadina dimostrano come ogni franco investito ne generi altri cinque. Anche le prime analisi delle ricadute generate dai parchi regionali sorti in Svizzera confermano la stretta correlazione esistente tra l’istituzione di un parco e l’incremento della cifra d’affari registrata nel settore dello smercio di prodotti e servizi tipicamente locali.
Nella sola fase di istituzione il Parc Adula ha assicurato sostegno finanziario a numerosi progetti locali equamente suddivisi fra le cinque regioni per un importo che supera i 2 milioni di franchi e creato una decina di posti qualificati di lavoro.
Secondo quanto deciso dal parlamento La Confederazione ha preavvisato un consistente aumento dei contributi annui ricorrenti che per il biennio 2016-2017 passeranno a 1,5 milioni all’anno. Nel caso di approvazione del progetto potremo addirittura contare su 2,9 milioni all’anno importo al quale conviene ancora aggiungere i contributi stanziati dai Cantoni e dai promotori così come i proventi da sponsor e sostenitori privati.
Venuti meno gli strumenti dell’abrogata LIM l’istituzione del parco rappresenta una irripetibile opportunità di coordinamento, rilancio e sostegno di tutte le attività legate alla promozione del territorio in senso lato. La popolazione di ogni Comune deciderà poi in piena autonomia ed alla luce dei riscontri effettivi se rinnovare o meno la propria adesione al termine del primo periodo decennale di gestione.
Auspico siano molte le persone a sentire dentro la voglia di osare.